Intervista di Uomini & Donne della Comunicazione a Sara De Mattia di Hello
Uomini & Donne della Comunicazione ha incontrato Sara De Mattia, Business Director di Hello, per approfondire le aspirazioni di una realtà originale e reattiva.
Uomini & Donne della Comunicazione ha incontrato Sara De Mattia, Business Director di Hello, per approfondire le aspirazioni di una realtà originale e reattiva.
Dal 2019 si è occupata di lanciare, sviluppare e gestire trasversalmente l’agenzia Hello, nuovo brand di Plus Company, gruppo multinazionale di cui fa parte anche We Are Social: qual è stato il suo approccio al progetto e che tipo di marcia e di carattere ha voluto imprimere al brand sotto la sua guida?
Un approccio tanto continuativo quanto evolutivo. Il bagaglio acquisito attraverso la mia esperienza e quella delle persone che con me hanno dato il La a questo progetto, è un imprinting preziosissimo che ci ha permesso di avere le idee chiare fin da subito rispetto alla strada da intraprendere, ai progetti sui quali puntare, ai talenti da portare a bordo e valorizzare. D’altro canto partecipare a qualcosa fin dal suo inizio offre l’enorme opportunità del foglio bianco, su cui sperimentare, su cui testare soluzioni diverse e a volte poco convenzionali, su cui sbagliare e continuare a imparare insieme.La collisione di questi due aspetti, know how e intraprendenza, riassume bene chi siamo.
Può raccontarci i risultati ottenuti dall’agenzia in questi primi 4 anni e indicarci quali sono gli obiettivi principali per il medio e il lungo periodo?
Sono stati quattro anni in cui tutto è andato avanti molto velocemente e intensamente, con una crescita estremamente positiva su tutti i fronti. Il team che oggi conta già 70 persone, è 8 volte più numeroso rispetto a quello di partenza e il business ha superato gli obiettivi che ci eravamo posti attraverso l’acquisizione, costante e distribuita nel corso degli anni, di partner chiave che hanno scommesso su di noi e con i quali sviluppiamo progetti di cui andiamo molto orgogliosi. Nel 2021, inoltre, il brand è stato lanciato anche in UK. L’obiettivo futuro è quello di continuare a crescere, facendolo in maniera sana, supportati dai risultati e da una visione solida. Siamo molto bravi a fare squadra e a mettere in campo un approccio flessibile ed efficace. Al crescere della nostra dimensione e del nostro percorso negli anni, vorrei che questo non cambiasse e si consolidasse come perno della nostra continua evoluzione.
Ci regali una selezione delle campagne di cui andate più orgogliosi, quelle che rappresentano il miglior biglietto da visita dello spirito creativo di Hello.
Per semplicità ne sceglierò 4, come i nostri compleanni. La campagna che ha segnato il nostro primo anno è sicuramente Stravoglia d’estate per Volagratis con J-Ax e le Coliche. Abbiamo costruito una vera e propria parodia della hit ‘Ostialido’ utilizzando l’irriverenza e il trattamento registico de Le Coliche, famoso trio comico romano. Il risultato è stata una campagna multicanale che ha visto anche J-Ax largamente coinvolto in prima persona. Il progetto è stato premiato con il Grand Prix agli NC Awards di quell’edizione. Il secondo progetto che scelgo è Matarena, per Ubisoft. Abbiamo studiato nel dettaglio il conversato rispetto al gioco Far Cry 6 e moltissimi utenti discutevano di quanto fosse strano poter utilizzare diversi espedienti, alcuni dei quali molto creativi, per condurre il gioco e difendersi. Uno di questi era una vera e propria “spara CD” che funzionava a ritmo di Macarena, da cui appunto ‘Matarena’. Nello stesso tempo, uno dei nostri obiettivi era ri-avvicinare i Millennial a questo titolo che ormai aveva perso un po’ di grip su di loro. Questa feature del gioco era l’aggancio perfetto. Abbiamo quindi costruito la nostra campagna proprio intorno alla Macarena e al confronto generazionale tra Z e Millennial, incidendo una coreografia Tik Tok originale della storica hit, portandola nel mondo del videogame e dei creator della piattaforma. Passiamo a Lol, il celebre show di Prime Video. Proprio in queste settimane ci stiamo focalizzando sulla terza edizione che è, come sempre, estremamente commentata. La prima è stata un successo senza precedenti e forse non eravamo pronti alla portata delle conversazioni sullo show. Abbiamo reagito a quest’onda travolgente con la massima reattività possibile, cioè creando esattamente i contenuti che la gente ci chiedeva. Moltissimi contenuti, costruiti proprio in base a quello che le persone cercavano e volevano. Abbiamo sviluppato una strategia molto focalizzata su YouTube creando interi filoni inediti per esaudire la fame di contributi speciali della nostra community. Abbiamo inciso anche la hit “Mignottone Pazzo” grazie alla collaborazione di Michela Giraud che ha anche esaudito, così, il suo grande desiderio espresso all’interno dello show. Il progetto è stato premiato con il Grand Prix agli YouTube Awards in collaborazione con ADCI. L’ultimo progetto che vi racconto è “Intervallo Incluso” per il lancio di Prisma, sempre su Prime Video. Avevamo un brief difficile sul tavolo: avremmo dovuto raccontare una serie TV 100% italiana, focalizzata su tematiche LGBTQ+ e di Diversity & Inclusion, rivolgendoci primariamente alla generazione Z. Siamo partiti dalla consapevolezza che la scuola abbia ancora molta strada da fare per parlare correttamente ai ragazzi di queste tematiche e sviluppare un dibattito effettivamente costruttivo. Abbiamo quindi scelto di lavorare presidiando proprio il momento dell’intervallo scolastico, attraverso la distribuzione simultanea alla ricreazione di un original TikTok, ogni giorno della settimana.
Il partner perfetto per realizzarlo è stato Will Media. Con loro, un gruppo di creator e il cast di Prisma abbiamo tenuto delle vere e proprie lezioni a scuola, in una classe liceale, analizzando insieme casi specifici e lasciando la parola a chi sulla tematica poteva dare davvero un contributo di valore, rendendolo disponibile online per tutti al suono della campanella.
Quali sono le principali sfide che una professionista under 40 deve affrontare oggi e quali ostacoli devono essere ancora abbattuti per garantire condizioni di lavoro più adeguate e favorire l’ingresso dei giovani nel mondo professionale?
Sicuramente il mondo del lavoro sta cambiando moltissimo. Questo non è avvenuto solo a partire dalla pandemia e dall’evoluzione del paradigma che ne è conseguita. L’approccio di chi oggi ha meno di 30 anni è sensibilmente diverso e lo è su un piano sistemico, non congiunturale. Questo è tanto affascinante quanto sfidante perché si colloca in uno scenario sociale ed economico fortemente incerto e poco rassicurante. Essere nati sostanzialmente in concomitanza con l’arrivo dell’onda di questo cambiamento ci dà un vantaggio perché ci aiuta a plasmarci con esso senza esserne travolti. Credo che la valorizzazione dei percorsi professionali dei giovani talenti e la loro fidelizzazione sia uno degli aspetti al cuore della costruzione del nostro successo futuro. Nutrire una cultura aziendale che sappia interpretare e rispondere ai loro bisogni è fondamentale. Questo diventa realmente potenziale non solo se i privati mettono in campo tutte le azioni possibili (culturali, contrattuali, organizzative etc) ma anche e soprattutto se queste azioni sono rese sostenibili dal sistema Paese che quando si parla di giovani, purtroppo, molte volte sembra ancora remare contro.
Hello ha recentemente presentato il programma di Uniqueness & Inclusion: quali sono i presupposti fondamentali per costruire un ambiente di lavoro inclusivo, positivo e coeso e quali sono i valori che avete intenzione di salvaguardare e promuovere con questo programma?
Uno dei presupposti per costruire un ambiente inclusivo, positivo e coeso è sicuramente favorire una cultura diversificata e rappresentativa, partendo dalla formazione. Questo è proprio l’obiettivo del nostro programma Uniqueness & Inclusion, nato a fine 2022.
La scelta di adottare il termine Uniqueness, che ci consente di racchiudere il messaggio complessivo nell’acronimo U&I, rispecchia proprio la filosofia alla base del programma: vogliamo sottolineare soprattutto l’importanza di rispettare l’unicità di ogni individuo che fa parte della stessa comunità di persone e aiutare i dipendenti ad acquisire un ruolo attivo nel cambiamento, attraverso una maggiore consapevolezza dei pregiudizi e degli stereotipi che possono influenzare i propri atteggiamenti.
Siamo all’inizio del nostro percorso, ma pensiamo di essere sulla giusta strada. Questo ce lo dice il percepito del team Hello, che viene monitorato annualmente su base locale e globale all’interno del nostro network Plus Company attraverso la somministrazione di una survey interna. Dagli ultimi feedback è emerso che il 90% dei dipendenti pensa che in agenzia tutti abbiano le stesse opportunità di crescita e sente di poter esprimere la propria natura sul posto di lavoro.
Pubblicità e comunicazione digitale ormai influenzano profondamente l’opinione pubblica, occorre quindi cercare di raccontare la realtà nella maniera più corretta. Sentite il peso di questa responsabilità, soprattutto in un contesto attuale che spesso opta per soluzioni censorie?
Onestamente no, non ne sentiamo il peso. Sicuramente è un’ enorme responsabilità che non possiamo trascurare, ma la affrontiamo in maniera naturale perché è nel nostro DNA.
La trasparenza del messaggio è cruciale. La pubblicità ha da sempre un compito fondamentale nella vita delle persone, tanto più nel contesto social e digital. Da questo punto di vista l’impegno di chi opera nella nostra industry dovrebbe essere unanime. Questo non vuol dire appiattire il contenuto o renderlo “noioso” o fintamente buonista, anzi. Significa aiutare i brand ad avere un impatto reale, restituendo un valore aggiunto per le persone, anche quando questo è di puro intrattenimento. Significa essere al fianco dei nostri clienti e guidarli. Siamo al loro fianco da una parte per aiutarli a non cadere nelle facili trappole dei cosiddetti “washing” siano essi green, pink, rainbow etc., e dall’altra nell’individuare il giusto linguaggio e la giusta chiave strategica e creativa sui temi per cui realmente i brand hanno un commitment da raccontare e su cui possono fare la differenza, anche attraverso la pubblicità.
L’intervista è disponibile sul sito di Uomini & Donne della Comunicazione.